Vetro, la Toscana va verso la raccolta differenziata mono materiale per migliorare il riciclo

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Vetro, la Toscana va verso la raccolta differenziata mono materiale per migliorare il riciclo

Greenreport

Paglia: solo nell’Ato sud sono in arrivo 7mila contenitori dedicati ad accesso controllato

Vetro, la Toscana va verso la raccolta differenziata mono materiale per migliorare il riciclo

Scappini: «Dal punto di vista impiantistico, il risultato è garantito dalla filiera industriale tutta toscana rappresentata da Vetro Revet»

In Toscana l’economia circolare del vetro vanta radici storiche, come mostra l’esperienza maturata nell’empolese, ma il prossimo grande salto riguarda tutto il territorio regionale – a partire dall’Ato sud – e punta tutto sulla raccolta differenziata di qualità.

Perché i rifiuti in vetro differenziati dai cittadini vengano effettivamente riciclati, infatti, non basta puntare su quantitativi crescenti: già oggi a livello nazionale il 10,5% dei rifiuti di imballaggio recuperati all’interno delle campane o nei cassonetti del “porta a porta” non può essere avviato a riciclo ed è dunque da buttare di nuovo.

Perché? Sarebbe un buon inizio ricordare che la raccolta differenziata del vetro riguarda solo gli imballaggi (come bottiglie e vasetti) e non ogni materiale di questo tipo, e che è indispensabile evitare i cosiddetti “falsi amici” del vetro, come: piatti, tazzine o altri oggetti di ceramica, bicchieri o altri oggetti di cristallo, contenitori in pyrex (tutti rifiuti che vanno invece conferiti nella raccolta indifferenziata).

Anche l’infrastruttura di raccolta rifiuti presente sul territorio influenza non poco la qualità del raccolto, ed è per questo che la strategia è di puntare su contenitori esclusivamente dedicati al vetro.

Un caso scuola è quello presentato oggi a Ecomondo da Sei Toscana, il gestore unico dei servizi d’igiene urbana nei 104 Comuni dell’Ato sud: all’interno di un Piano industriale già approvato (per 150 milioni di euro) sono previsti investimenti per promuovere un progressivo passaggio alla raccolta separata del vetro nel prossimo quinquennio, con l’obiettivo di intercettare una maggiore quantità ma soprattutto di avviare a riciclo un rifiuto di qualità elevata.

«Ad oggi nella Toscana del sud il modello di raccolta prevalente – spiega il Dg di Sei Toscana, Gianluca Paglia – è ibrido, ossia plastica, lattine e vetro insieme. Il nuovo piano industriale della società mira invece a implementare la raccolta separata del vetro, con l’obiettivo atteso di intercettarne oltre 46.000 tonnellate nel 2026. Il piano di riorganizzazione prevede la collocazione di quasi 7.000 contenitori ad accesso controllato per la raccolta del vetro da qui al 2025, mettendo così a disposizione del territorio un servizio più capillare ed efficiente».

E una volta raccolto in modo differenziato, che fine fa questo vetro? Passa dalla Revet, realtà toscana ormai assurta a hub del riciclo dell’Italia centro-meridionale, che con la creazione di Vetro Revet sta facendo crescere l’economia circolare del vetro toscana ormai dal 2017.

«Il nostro obiettivo è quello di accompagnare tutta la Toscana alla raccolta mono materiale del vetro – spiega la nuova ad di Revet, Alessia Scappini – per garantire una migliore quantità e qualità del rottame da riciclare. Per questo negli ultimi anni abbiamo investito per automatizzare la raccolta e ridurre drasticamente la frantumazione dei rottami di vetro che, insieme alle impurità, limitano la capacità di recupero. L’ottimizzazione della raccolta è stata raggiunta anche grazie al sistema di tracciatura che ha visto la taggatura di tutti i contenitori stradali permettendo la certificazione del servizio in tempo reale. Dal punto di vista impiantistico, il risultato è garantito dalla filiera industriale tutta toscana rappresentata da Vetro Revet che ha raggiunto una capacità di trattamento di 150.000 tonnellate annue e, nel 2020, una percentuale di recupero del vetro di oltre il 96%».

L. A.

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