La Nazione, Cronaca di Massa Carrara – Pagina Carrara
Ambientalisti divisi sui rifiuti No dei comitati al biodigestore
«Legambiente fa da puntello alle istituzioni messe in difficoltà dai movimenti che difendono la salute»
CARRARA Ai comitati anti biodigestore non piace la posizione di Legambiente, che nel corso di un convegno a palazzo Binelli ha promosso a pieni voti il progetto di trasformazione del Cermec. Quindici comitati che si oppongono alla produzione del biometano e che su Legambiente scrivono «accorre gratuitamente in aiuto alle istituzioni messe in difficoltà dal movimento ambientalista che si batte perché vengano rispettati i diritti della cittadinanza». «Per fare una vera operazione verità bisogna innanzitutto non raccontare la mezza messa. E ci dispiace che Legambiente abbia voluto con uno slogan demolire le posizioni dei comitati ambientalisti senza confutare gli argomenti scientifici e tecnici portati nel dibattito al convegno a Palazzo Binelli di Carrara – scrivono Lanfranco Pambuffetti e Carlo Ruocco del comitato ‘Sarzana, che botta’ anche a nome del comitato biodigestore Saliceti di Vezzano Ligure –. Se l’obiettivo primario è dare una risposta sostenibile per l’ambiente, il biodigestore non è la soluzione ottimale. L’obiettivo di un biodigestore è quello di produrre biometano. Per compiere questa trasformazione impiega una grande quantità di energia elettrica e termica, circa 400 chilowattora a tonnellata di rifiuto, per gli impianti di cui sono noti i dati». Secondo gli ambientalisti: «Un biodigestore della stessa taglia del Cermec produce il 50% di rifiuti, di cui l’8% in forma gassosa scaricato in atmosfera, il 20% solido da trattare, il 22 % liquido da avviare ai depuratori. I biodigestori sono impianti che richiedono una tonnellata d’acqua ogni 5 tonnellate di rifiuti». «Le sostanze tossiche emesse da questo tipo di impianto sono molte di più rispetto a quelle che vengono controllate per legge – dice Gioia Giusti di ‘Fridays for future Massa –. Inoltre, la qualità del biodigestato non è paragonabile a quella del compost dal momento che la concentrazione di metalli pesanti aumenta del 50% rispetto al compostaggio aerobico. Non vengono degradati i fenoli, che hanno effetti negativi sul microbioma naturale del terreno agrario e sulla sua conservazione, e non vengono eliminate le eventuali spore dei clostridi. Siamo favorevoli a proseguire il confronto sulla base di dati tecnici e scientifici solidi che tengano in considerazione anche lo stato attuale di inquinamento e mancate bonifiche del nostro territorio».