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Ambiente, da Costa ok alla sospensione della Plastic tax

Il Sole 24 Ore
Ma il ministro è contrario a dirottare all’emergenza i fondi Green New Deal Ue
Stop alla plastic tax? «Dovrebbe partire a luglio, ma le riflessioni al Mef sono aperte e io ho una visione molto laica: l’importante adesso è far ripartire il Paese». Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa (M5S), dà il suo nullaosta alla sospensione della tassa. Ma su altri punti non cede. A partire dalla richiesta, avanzata da Fratelli D’Italia, di dirottare i fondi del Green New Deal europeo all’emergenza. «Abbiamo un pre-Covid e un post-Covid e l’epidemia ha cambiato le carte in tavola», dice Costa in una lunga videoconferenza stampa. «Ma non è cambiata la disponibilità di risorse messa sul tavolo dalla Commissione: mille miliardi, cento l’anno per dieci anni. Vogliamo costruire il post-Covid in base al vecchio paradigma economico oppure immettere nuova linfa verso un paradigma nuovo? Questo è il momento più opportuno: una molla per rilanciare l’economia in chiave green».
Vale anche all’interno. La proposta di un condono edilizio, targata Matteo Salvini, è rispedita al mittente. «Non scherziamo», leva gli scudi Costa: «La ripartenza economica dovrà basarsi sulla risposta alle domande di sburocratizzazione, velocizzazione e semplificazione, ma premiando i cittadini che rispettano la legge, non quelli che la hanno violata». Sul percorso per accompagnare famiglie e imprese alla riconversione verde, ora che molte aziende corrono il rischio di chiudere, il ministro indica le strade già imboccate con la legge di bilancio, dal credito d’imposta per chi investe in tecnologie green all’ecobonus per l’efficientamento energetico degli edifici, portato al 90%, «magari prevedendo un ristoro più veloce, a 3-5 anni invece che a dieci». Immagina un «patto di alleanza col sistema finanziario» perché le banche sostengano gli imprenditori che scommettono sul verde «con garanzie che devono essere dello Stato».
Ma soprattutto il ministro riconosce l’esigenza di una corposa spinta a semplificare, pur respingendo l’ipotesi di deroghe sui limiti all’inquinamento. «Nel decreto sviluppo – anticipa – stiamo spingendo per la semplificazione di tutti i fondi che riguardano il green: la legge clima, la norma Fraccaro, la mobilità sostenibile». L’altro fronte è quel piano semplificazioni che si confida di poter inserire nel Dl Cura Italia. In quel pacchetto ci sono anche la liberalizzazione delle colonnine di ricarica delle auto elettriche e l’istituzione di una Commissione Via speciale per le energie rinnovabili.
La speranza di Costa è di poter varare questo mese anche il collegato ambientale, in gestazione ormai da gennaio. «Vogliamo portarlo in Consiglio dei ministri entro aprile – afferma – inserendo una delega per semplificare le bonifiche per Sin, Sir e siti orfani». Ma con il Governo bloccato sull’emergenza e il Parlamento che lavora a ranghi ridotti sarà difficile mantenere la tabella di marcia. Il ministro tenta comunque di non rallentare il lavoro. Ha firmato un altro decreto end of waste, sui pneumatici fuori uso, la gomma vulcanizzata granulare («Significa che a 4mila tonnellate in media su base annua viene data una destinazione fuori dal mondo dei rifiuti»), e guarda ai prossimi: sulla carta da macero e sui rifiuti da costruzione e demolizione. Ha appena emanato, infine, due decreti con i nuovi «criteri minimi ambientali» per la progettazione e la gestione del verde pubblico e per il settore della ristorazione collettiva. «Favoriamo la filiera corta e i prodotti sostenibili. Al momento della ripartenza serve che si compri italiano, e bene».
M.Per.

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