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Ato Rifiuti, è mancato il numero legale

Il Tirreno

Biondi: «A rischio il ribasso della Tari»

 La sindaca di Civitella Paganico, Alessandra Biondi, presidente del consiglio direttivo dell’Ato Rifiuti, stavolta non ci sta. «Alcuni di noi, e parlo anche a nome di altri colleghi, sono stufi di ciò che puntualmente accade a ogni assemblea d’ambito, una situazione vergognosa, comportamenti inqualificabili. È bene che i cittadini sappiano cosa sta succedendo».

L’ANTEFATTO

L’assemblea dell’Ato Rifiuti (che riunisce 104 comuni di quattro province) era stata riconvocata per il pomeriggio del 7 settembre per l’approvazione di alcune delibere necessarie alla definizione del Piano economico finanziario 2020. Un bis con lo stesso ordine del giorno della riunione saltata il 28 agosto scorso, per mancanza del numero legale. Ma anche stavolta, a caratterizzare i lavori, sono stati i disimpegni di molti amministratori.

LA DELUSIONE

«Sono davvero delusa – prosegue la Biondi – lunedì mi aspettavo che tutto andasse liscio, ma è stato così solo in parte. Siamo riusciti ad approvare, è vero, alcune delibere, propedeutiche alla definizione del Pef, ma altri atti importantissimi abbiamo dovuto di nuovo rinviarli per mancanza del numero legale».

CRONACA

«Dopo l’approvazione del punto 8 – sono ancora parole del primo cittadino di Civitella Paganico – ho assunto io la presidenza dell’assemblea, perché il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli aveva un altro impegno. Così ho illustrato il successivo punto 9, per il quale era necessario votare un emendamento prima di procedere all’approvazione; sul voto all’emendamento, però, si è verificata la mancanza del numero legale: solo 50 votanti su 104. Il venire meno del numero legale non ha quindi consentito la definizione del corrispettivo di Ambito e la relativa ripartizione comunale, mettendo fortemente a rischio la possibilità, per i Comuni che avevano fatto questa scelta, di ritoccare al ribasso la Tari».

SENSO DI RESPONSABILITA’

I Comuni entro il 30 settembre devono andare all’approvazione delle nuove tariffe e ciò presuppone che il Piano economico finanziario 2020 sia vigente entro quella data, altrimenti verranno mantenute le tariffe 2019. La Biondi è molto chiara: «Stiamo parlando di risparmi in bolletta per i cittadini, ma non solo. I Comuni che non avevano la possibilità di ridurre la Tari per il 2020, con l’incremento del Pef, potevano spalmare gli introiti della tariffa sul triennio successivo. Ora capite perché sono arrabbiata?»

SPIEGAZIONI

«Non ci sono giustificazioni e spiegazioni per ciò che di nuovo è accaduto – prosegue la Biondi – troppi amministratori non hanno rispetto verso i colleghi, ma soprattutto verso gli stessi cittadini che li hanno votati. Non lo so se questo atteggiamento è casuale e nasca da superficialità, oppure se voluto, studiato a tavolino. In entrambi i casi è preoccupante. Non escludo che ci sia stata una precisa volontà di abbandonare i lavori, proprio per impedire l’approvazione del Pef, anche se in tal caso sarebbe bastato il voto contrario».

ALTRI DETTAGLI

«Noto davvero scarso interesse e poca partecipazione – conclude la sindaca Biondi – Lunedì scorso, per esempio, l’assemblea è iniziata con un’ora di ritardo rispetto all’orario di convocazione a causa della mancanza del numero legale e, sui 104 Comuni aventi diritto a partecipare, il numero dei partecipanti, deleghe comprese, era di poco superiore alla metà. Una marea di assenze, come ormai accade da tempo. Non ci siamo, davvero non ci siamo. Capisco che l’argomento è spinoso, i rifiuti sono una questione complessa per tutti, ma va fatto uno sforzo di comprensione rispetto al meccanismo che sta alla base della definizione del Pef e delle tariffe».

CONCLUSIONI

Lo sfogo di Alessandra Biondi si conclude con una domanda posta a tanti colleghi: «Se il tema rifiuti non interessa a noi amministratori, se non ci interessa capirne le dinamiche, impegnarsi per fare degli aggiustamenti, ditemi voi come si può chiedere senso di responsabilità e comportamenti corretti ai cittadini? I cittadini stanno rendendosi conto sulle loro tasche, che più rifiuti vengono prodotti e più spendono, meno differenziano e più spendono, peggiore è la qualità del rifiuto differenziato e più spendono. Serve però un ulteriore un salto di mentalità e deve partire da noi… Se ci fa fatica anche partecipare a una riunione, fare uno sforzo di attenzione e restarvi fino alla conclusione dell’ordine del giorno, non andiamo veramente da nessuna parte».

— Gabriele Baldanzi

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