«Biodigestore, inutile e dannoso per la salute»

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La Nazione, Cronaca di Massa Carrara – Pagina Carrara

«Biodigestore, inutile e dannoso per la salute»

Il professor Tamino, interpellato dal coordinamento di ambientalisti, avverte «Pericoloso e di scarso rendimento economico»: le associazioni dicono no

MASSA CARRARA La produzione di biometano come strumento di profitto economico a discapito dell’ambiente. Questo l’allarme lanciato da Gianni Tamino, già professore di Biologia all’Università di Padova e membro del Comitato tecnico scientifico nazionale dei medici per l’ambiente, interpellato dal Coordinamento dei comitati e delle associazioni per la depurazione e le bonifiche del servizio idrico, in merito al mega impianto al Cermec, denonimato biodigestore anaerobico. «Con la biodigestione anaerobica della frazione organica – spiega Tamino – si innesca un meccanismo che deve essere alimentato a ciclo continuo da molte migliaia di tonnellate di rifiuti organici, per ottenere biogas o biometano che sia, tale da garantire alcuni profitti, che comunque si ottengono solo grazie a rilevanti incentivi pubblici. Si vuole a tutti i costi utilizzare gli impianti di digestione anaerobica per non produrre materia utile come il compost, ma metano da bruciare. Un’idea che ha senso solo per profitto, e i cui benefici non ricadono sui cittadini. La produzione di biometano non è economica e ha un basso rendimento energetico, oltre a non essere pulita, dato che produce odori molesti e inquinanti atmosferici». Inquinanti che, stando alla spiegazione del professor Tamino, riguardano polveri sottili, ossidi d’azoto e digestato, quest’ultimo con una carica microbica pericolosa per l’agricoltura e la salute. Con l’installazione del mega impianto in area Cermec, nel biodigestore anaerobico saranno conferite 97mila tonnellate di rifiuti organici l’anno, provenienti dalle aree di Massa-Carrara, Pisa, Lucca, Livorno e un centinaio di Comuni, con l’obiettivo di trasformare questi rifiuti in biometano. Dopo l’accesso agli atti inoltrato alle istituzioni, circa trenta associazioni e comitati locali, regionali e nazionali hanno promosso lo scorso marzo un seminario, di cui sono stati pubblicati gli atti. «Dall’iniziativa con esperti, e con rappresentanti di cittadini provenienti da vari territori italiani dove sono presenti questi impianti – commentano dal Comitato – è emerso che i biodigestori, oltre a creare problemi per la salute, provocano molto disagio ai residenti per i forti cattivi odori». Per un ulteriore approfondimento, il Coordinamento ha inoltre interpellato Marco Grondacci, giurista ambientale che segue cause in tutta Italia, al quale è stato chiesto se esistano delle leggi che impediscano l’installazione di impianti inquinanti in aree già contaminate. «Non esistono leggi che escludono in assoluto questo aspetto – ha risposto il giurista – ma non vuol dire che la presenza di un sito da bonificare sia irrilevante. Da un punto di vista della salute pubblica andava valutato l’impatto della presenza del sito di bonifica da decenni, e questo è stato sostanzialmente rimosso».

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