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Dalla chiusura del Tmb Salario al fallimento della raccolta Un anno di insuccessi Ama

La Repubblica – Roma

L’emergenza

di Cecilia Gentile 

Dritti verso il baratro. L’anno appena trascorso è stato un vero disastro per la gestione dei rifiuti a Roma, come ha riconosciuto il procuratore generale Federico De Siervo.

Le premesse erano già tutte nel 2018, quando l’allora assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari e il collega alle Partecipate Gianni Lemmetti hanno cominciato a litigare sull’approvazione del bilancio Ama 2017, ad oggi non ancora approvato. Scontro che si è portato dietro le dimissioni dell’assessora a febbraio 2019, mai sostituita, e la cacciata del suo braccio destro, il presidente di Ama Lorenzo Bagnacani. E poi un altro cda, dimissionario a ottobre 2019, seguito da un amministratore unico chiamato seduta stante dalla sindaca, Stefano Zaghis, per ora ancora in carica.

L’estrema precarietà dei vertici ( cinque dall’insediamento della giunta Raggi, sei se si considera anche Daniele Fortini, chiamato dall’ex sindaco Ignazio Marino e costretto alle dimissioni dall’amministrazione grillina), la carica ideologica degli obiettivi da raggiungere ( 75% di raccolta differenziata nel 2021), il rifiuto categorico di termovalorizzatori e discarica di servizio sono andati di pari passo con la perenne penuria di uomini, mezzi e impianti. Uno dei due Tmb Ama, quello del Salario, è diventato inutilizzabile dopo il rogo del dicembre 2018. Ancora lunedì scorso l’a. u. di Ama Zaghis ammetteva che oltre la metà dei mezzi è fuori uso, mentre in organico mancano 40 meccanici, 85 autisti, 300 operatori. Tre lavoratori su 10 risultano inidonei.

La salvezza doveva essere il nuovo porta a porta, ma non si possono fare le nozze con i fichi secchi. La tabella di marcia trionfalmente annunciata da Ama e Campidoglio non è stata rispettata. Il nuovo porta a porta è stato introdotto solo nei municipi VI e X, per stessa ammissione di Zaghis, « cannibalizzando gli altri territori», in altre parole sottraendo uomini e mezzi alla raccolta stradale e allo spazzamento.

Così l’amministrazione 5S si è risvegliata bruscamente dal suo sogno, trovandosi con la capitale coperta di rifiuti. Cumuli maleodoranti lasciati in strada per settimane, accompagnati dal crollo delle percentuali della raccolta differenziata, cresciuta di appena un punto e mezzo secondo i dati di Ama. Per l’Ispra il 2018 ha segnato addirittura una leggera flessione rispetto al 2017: dal 43,9% al 42,9.

Spinta dall’ordinanza del presidente della Regione Nicola Zingaretti, la sindaca si è arresa alla discarica di servizio nel comune di Roma. Ma dove ha deciso di aprirla? A Monte Carnevale, nella Valle Galeria, già tormentata da 50 anni di Malagrotta. E qui si apre un nuovo capitolo della telenovela che per ora registra la rivolta dei territori e la spaccatura del movimento romano.

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