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Ecoballe, 24 restano disperse in mare Si valuta come proseguire le ricerche

Il Tirreno, Cronaca di Piombino-Elba

Ecoballe, 24 restano disperse in mare

Si valuta come proseguire le ricerche

Manolo Morandini / Piombino

Chiudere prima di aver risolto lo stato di emergenza nazionale. È quanto si profila all’orizzonte dell’operazione di recupero di quel che resta dei 63mila chili di plastiche eterogenee di combustibile solido secondario (Css) lasciati sui fondali in prossimità dell’isolotto di Cerboli dal 23 luglio 2015. A cinque anni dalla dispersione del carico dal cargo IVY, battente bandiera della isole Cook, delle 56 ecoballe tra quelle collocate sul ponte delle 1.888 trasportate, caricate al porto di Piombino e dirette al porto di Varna in Bulgaria, sul fondale del golfo di Follonica ne restano 24 al netto di quelle spiaggiate, finite nel sacco delle reti di pescherecci o recuperate da agosto dalla Protezione civile nazionale. Un bilancio in rosso, che lascia aperta la questione ambientale in un’area marina che è parte del Santuario dei cetacei.Sulla perdita delle tracce di 24 delle 56 ecoballe di sicuro i cinque anni trascorsi prima dell’avvio delle operazioni di recupero in mare hanno avuto un ruolo determinante. Le navi della Marina militare hanno lasciato le banchine del porto di Piombino. Resta aperta la sala della centrale operativa avanzata aperta dalla Protezione civile nazionale. Nell’area di stoccaggio a terra ci sono tre ecoballe da avviare a smaltimento. Ma si respira un’aria di dismissione. «Il 7 dicembre si riunirà il Comitato di indirizzo di cui sono il coordinatore e in quella sede verranno fatte le valutazioni del caso facendo il punto della situazione», afferma l’ammiraglio Aurelio Caligiore, alla guida del coordinamento tecnico/scientifico dell’operazione. Il 22 luglio il Consiglio dei ministri, a 5 anni dall’accaduto, su proposta del presidente Giuseppe Conte, ha deliberato lo stato di emergenza affidando il coordinamento delle operazioni al capo dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli: orizzonte di 6 mesi e una dotazione finanziaria di 4 milioni di euro, attingendo ai fondi destinati alle emergenze nazionali. «Chiederò in accordo con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che non venga totalmente smantellato il sistema di recupero delle ecoballe – dice l’ammiraglio Caligiore -. È un modo per continuare a incentivare la collaborazione dei pescatori, che non è mai venuta meno». Supponiamo che tra qualche mese una ecoballa finisca nel sacco delle reti di un peschereccio. «Sapere che c’è un sistema che farà fronte alle spese sostenute per riportarla a terra è una garanzia a fronte di recuperi accidentali o fortuiti – sottolinea -. Sono convinto che un po’ alla volta le 24 ecoballe che mancano verranno recuperate accidentalmente o durante le attività di pesca a strascico, perché non possono essere andate lontano». E a proposito di conti in sospeso l’ammiraglio assicura che «prima di santa Lucia, ovvero il 13 dicembre, arriveranno a tutti i pagamenti che sono dovuti per la fase in cui ho svolto il ruolo di commissario straordinario, che si è concluda il 24 giugno».

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