La Nazione
Incontro a Piombino con l’ammiraglio Caligiore
PIOMBINO Nella dotazione finanziaria (spesa massima 4 milioni di euro) della missione di recupero delle ecoballe disperse sui fondali del golfo di Follonica, è compresa anche una voce che riguarda l’indennizzo dei pescatori. Si tratta di un impegno che si era preso a suo tempo l’ammiraglio Aurelio Caligiore e che è stato confermato con l’istituzione della task force guidata dal commisario straordinario Angelo Borrelli. Infatti i pescatori che hanno recuperato le ecoballe finite accidentalmente nelle reti, saranno indennizzati dallo Stato. Già nei giorni scorsi l’ammiraglio Aurelio Caligiore, coordinatore del tavolo tecnico per il recupero delle ecoballe disperse in mare sul fondale vicino all’isola di Cerboli ha incontrato Roberto Manai di Federpesca (Castiglione della Pescaia) e Sergio Ermini della marineria di Piombino i quali hanno rappresentanto le richieste di tutta la categoria. In pratica ogni volta che i pescherecci hanno recuperato un’ecoballa hanno dovuto perdere l’intera giornata di lavoro per il trasporto e le operazioni di registrazione della massa di plastica. Inoltre bisogna dire che i pescatori hanno avuto spesso dei danni alle reti e al sistema di calata e recupero che nella migliore delle ipotesi ha avuto bisogno di una messa a punto e registrazione. L’indennizzo statale varia da imbarcazione a imbarcazione in base alla stazza del motopesca e alla sua potenza in termini di kw del motore. Si tratta di parametri fissati a livello nazionale. In ogni caso l’indennizzo è pari a una cifra che oscilla intorno al 1500-2000 euro. Paradossalmente è una spesa limitata se si tiene conto che il recupero di ogni singola ecoballa costerà molto di più. E’ chiaro che si tratta di recuperi accidentali, non è pensabile di utilizzare le reti a strascico per ’dragare’ i fondali alla ricerca di ecoballe perché il rischio di rompere i cavi e le reggette che tengono insieme la plastica pressata sarebbero molto alti. Insomma con le reto a strascico ci sarebbe la possibilità concreta di sparpagliare tonnellate di pezzetti di plastica in mare e sulla costa. La collaborazione dei pescatori però è stata e sarà preziosa, perché in primo luogo ha permesso di recuperare una decine di ecoballe e in secondo luogo ha fornito informazioni utili anche alla missione di recupero. Infatti la rete di contenimento (nella foto) che avvolge le ecoballe fin qui recuperate, trae spunto dalle reti dei pescatori ed è prodotta da un’azienda versiliese specializzata in reti da pesca cghe per l’occasione ha realizzato alcune reti speciali a maglia fitta da utilizzare per evitare la dispersione accidentale di plastica durante la fase di riemersione delle balle.
Luca Filippi