I viaggi dell’immondizia. Studio Ref: 200mila Tir per esportare i rifiuti

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E-gazette

I cittadini delle regioni senza impianti di smaltimento pagano di più e hanno un servizio peggiore

Sono più di 200mila i Tir necessari ogni anno a trasportare i rifiuti prodotti dalle regioni che non hanno abbastanza impianti per smaltirli e perciò li destinano alle discariche o ai termovalorizzatori situati in altre regioni o all’estero. Se messi in fila, formerebbero una colonna lunga 3.300 km, quasi la distanza tra Reggio Calabria e Mosca. È una carovana di oltre 550 Tir al giorno, che inquina (emissioni di CO2 e polveri sottili), costa ai cittadini (aumenta la tassa sui rifiuti) e alle imprese (maggiori costi di smaltimento).
La spesa per i cittadini
Un conto salato, del quale sono responsabili gli amministratori delle regioni che non solo non hanno provveduto ad assicurare l’autosufficienza impiantistica prevista per legge, ma nemmeno hanno predisposto una strategia per dotare i loro territori degli impianti necessari alla chiusura del ciclo dei rifiuti.
Peggiori Lazio, Campania e Sicilia
La graduatoria delle peggiori regioni, basata sul numero di Tir carichi di rifiuti messi in strada ogni giorno, vede sul podio Lazio, Campania e Sicilia.
Nel complesso, dalla mappatura regionale dei fabbisogni impiantistici di smaltimento e avvio a recupero energetico emerge che, a livello nazionale, la gestione dei rifiuti nelle 14 regioni in deficit totalizza un passivo di circa 4,9 milioni di tonnellate, esportate all’estero o in altre regioni per essere smaltite o incenerite.
In mancanza di impianti, lo smaltimento avviene, appunto, trasportando altrove i rifiuti. Quando non finiscono per accumularsi nelle strade, con problemi di natura sanitaria e ambientale, e diventare una emergenza, terreno fertile per le organizzazioni criminali. I costi diretti e indiretti gravano sulle spalle dei cittadini e delle imprese.
Spesa più alta in Campania
Se per numero di Tir impegnati a esportare la spazzatura è in testa il Lazio, al primo posto nella graduatoria di spesa espressa in euro l’anno del servizio rifiuti per una famiglia tipo di tre componenti troviamo invece la Campania, con 447 euro e un’incidenza del costo del servizio sul reddito pro capite regionale del 2,5%, ben distante dallo 0,6% della Lombardia e dallo 0,7% del Veneto. È interessante notare come le stesse tre regioni sul podio della classifica delle regioni per il maggior deficit impiantistico, espresso in termini di TIR/giorno, siano anche le prime tre nella graduatoria del costo del servizio: un’evidenza di come siano i cittadini, per primi, a pagare le carenze impiantistiche sulla chiusura del ciclo dei rifiuti.

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