La Nazione, Cronaca Toscana
Il termovalorizzatore non muore mai Riparte il pressing del partito del sì
Prima Prato, poi Pistoia. Ma ci sono anche altri: un’alleanza trasversale vuole ridiscutere le scelte della Regione
di Alessandro Benigni
PISTOIA
Il fronte è trasversale, da sinistra a destra. E torna a farsi sentire. E’ il partito del termovalorizzatore. La molla è un mal comune: i puntuali aumenti della Tari. E così gli amministratori locali dei comuni capoluogo della Piana chiedono nuovi impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Una sorta di pressing sulla Regione che pare orchestrato: Firenze, Prato e Pistoia in coro. Una coincidenza di tempi che qualcosa vorrà pur dire. Dario Nardella, sindaco di Firenze, lo sottolineò già un anno fa: «Se avessimo avuto Case Passerini non ci troveremmo in questa situazione». Concetto che ha ribadito più volte, l’ultima ieri: «Abbiamo spinto molto sulla raccolta differenziata, ma poco sulla costruzione di impianti per lo smaltimento dell’indifferenziata e di quelle parti, molte, della differenziata non destinata al recupero. Nell’area metropolitana gestiamo lo smaltimento dei rifiuti inviandoli altrove, o, peggio, in discarica». Insomma, i cicli virtuosi non bastano. Ne è convinto anche Matteo Biffoni, sindaco di Prato, città che pure ha raggiunto oltre il 74% di raccolta differenziata: «È da anni che denuncio la necessità di nuovi impianti. Un termovalorizzatore grande, moderno ed efficiente era e resta la priorità». Chiaro. «Senza impianti il ciclo dei rifiuti va in affanno e i costi alle stelle. Lo sapevamo bene e abbiamo accettato le tariffe di Ato sapendo che la Regione avrebbe realizzato un piano che finalmente appare essere arrivato. Ora è urgente farlo divenire realtà, senza che ci siano ulteriori ritardi». Chi invece va giù duro con la Regione è il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, esponente di spicco di Fratelli d’Italia. Che nel giro di pochi mesi ha mutato orientamenti (da contrario ad accondiscendente) sia sulla Multiutility sia sulla proposta di Alia per un nuovo impianto per il trattamento di carta e cartone in città. «Gli aumenti della Tari sono dovuti al grave ritardo della Regione nella pianificazione della gestione dei rifiuti che ha determinato la mancanza di impianti per lo smaltimento. Tale vuoto impiantistico obbliga i nostri territori a smaltire fuori regione a costi elevati. Serve sapere in che tempi e con quali modalità verrà attuato il piano presentato e come verrà gestita la questione dei rifiuti indifferenziati da smaltire. Negli anni scorsi abbiamo assistito al blocco della realizzazione dell’inceneritore di Case Passerini, adesso apprendiamo che l’impianto di Montale non sarà dismesso». A dire la verità quella partita è tutt’altro che chiusa: parliamo di un termovalorizzatore, quello nella piana pistoiese, che dovrebbe essere spento a fine 2024. Ma che invece, secondo gli ultimi rumour, potrebbe vedere allungare il proprio orizzonte di vita. Sulla vicenda peseranno molto gli orientamenti regionali, al momento di segno opposto a quelli dei sindaci. «Non ce n’è bisogno perché abbiamo puntato su sistemi innovativi, con impianti che superano la logica degli inceneritori e dei termovalorizzatori», ha sottolineato più volte Eugenio Giani. Una sintesi, al momento, appare difficile.