Impianto Cermec Biodigestore Gli ambientalisti difendono il progetto

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Impianto Cermec Biodigestore Gli ambientalisti difendono il progetto

La Nazione, Cronaca di Massa Carrara
Impianto Cermec
Biodigestore Gli ambientalisti difendono il progetto
«La verità è che nella gestione dei rifiuti, chi dice no a tutto è un sostenitore di fatto di discariche e
inceneritori. Per gestire i rifiuti, gli impianti sono indispensabili: meno imperfetti possibili, ma utili alla causa di
tutti». Così i circoli di Legambiente di Massa Montignoso e di Carrara replicano ai comitati ‘contro il
biodigestore’ in progetto al Cermec, andando a puntualizzare sotto il profilo tecnico alcuni aspetti trattati
durante il convegno che dimostrerebbero la capacità dell’impianto integrato, così come progettato, di essere
competitivo ed efficace nel ciclo dei rifiuti. A partire dall’ubicazione: se quella perfetta non esiste, nel caso
del Cermec il problema «non sussiste, l’impianto di compostaggio è già esistente nella zona industriale»,
quindi si tratta solo di un miglioramento impiantistico. Sulla produzione e il consumo di energia, il
«biometano prodotto e immesso in rete contribuisce a ridurre il prelievo del gas fossile e la dipendenza
energetica». Inoltre essendo un ‘impianto integrato’, che punta anche a produrre compost nella seconda
fase di compostaggio, «rappresenta la tecnologia più avanzata ad oggi disponibile atta ad ottimizzare il
processo di riciclo dell’umido. Un impianto integrato che produce biometano è più energivoro di un impianto
di compostaggio, ma il saldo energetico è positivo anche da un punto di vista economico» mentre in un
impianto di solo compostaggio «l’energia viene solo consumata». Il compost, assicura Legambiente, nel
processo misto aerobico e anaerobico, garantirebbe sicurezza sotto tutti i profili, compresi i citati clostridi e
altri patogeni, e il prodotto finale si chiama «ammendante compostato misto che viene analizzato secondo i
parametri indicati dalla normativa e può essere commercializzato, ed essere utilizzato nella produzione di
colture bio solo se idoneo». Inoltre la fase anaerobica garantirebbe anche una diminuzione delle emissioni
odorigene.

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