La Toscana punta sui servizi pubblici per uscire (più sostenibile) dalla crisi Covid-19

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La Toscana punta sui servizi pubblici per uscire (più sostenibile) dalla crisi Covid-19

Greenreport

Scappini (Alia): «Questo protocollo dà un incentivo di circa 500 milioni di euro al settore dei rifiuti. Sono circa 60 i progetti presentati dalle aziende del settore»

Siglati due protocolli in Regione. De Girolamo (Cispel): «I pacchetti di investimenti definiti per circa 700 milioni riguardano il settore idrico e la gestione dei rifiuti»

Di Luca Aterini

I servizi pubblici locali si sono dimostrati essenziali per la Toscana anche nel bel mezzo della crisi sanitaria, quando nonostante tutto l’acqua ha continuato a sgorgare sicura dai rubinetti e la spazzatura è stata raccolta e gestita, e da qui si riparte per contrastare la crisi economica innescata dalla pandemia: con due protocolli d’intesa siglati tra la Regione e i protagonisti della gestione rifiuti da una parte e del servizio idrico integrato, attraverso i quali coordinare investimenti da centinaia di milioni di euro. Investimenti volti a dare servizi pubblici migliori e più sostenibili ai cittadini, impiegano al meglio le risorse del Recovery fund europeo – per l’Italia sono attesi 209 miliardi di euro – e non solo.

«Vogliamo farci trovare con le carte in regola per quella che sarà la sfida dell’impiego dei porssimi fondi comunitari destinati proprio al post emergenza Covid – spiegano gli assessori regionali Federica Fratoni e Vittorio Bugli – Abbiamo fatto un lungo percorso nato nei primi giorni della pandemia insieme a Cispel, ai gestori, agli Ato ai sindacati. Questo è il modo giusto con il quale la Toscana scommette sulla fase postpandemica della ripresa e lo fa partendo dagli investimenti pubblici e dai servizi pubblici locali: vogliamo mettere in campo un pacchetto di proposte che non siano il libro dei sogni ma progettualità di fatto prossime alla cantierabilità».

In quest’ottica sono stati firmati i due protocolli d’intesa con Confservizi Cispel Toscana, Ato rifiuti e Ait, Anci, comitato regionale dei consumatori e utenti, rappresentanze sindacali dei lavoratori: «Due protocolli che firmiamo volentieri perché mettono al centro l’ambiente e i lavoratori che non si sono mai fermati nonostante l’emergenza sanitaria», sottolinea Stefano Boni della Cisl in rappresentanza di tutte le organizzazioni sindacali.

L’obiettivo di fondo, in entrambi i casi, è quello di ammodernare la dotazione impiantistica fondamentale per l’erogazione dei servizi pubblici – che in gran parte sono finanziati con tariffe a carico dei cittadini –  ottimizzando i canali di finanziamento pubblico, cosicché da un lato si possano accelerare la transizione ecologica contribuendo al contempo alla riduzione dei carichi tariffari sui cittadini. Le possibilità di intervento su cui orientare gli strumenti finanziari che verranno messi in campo non mancano: le risorse del Recovery fund, i nuovi fondi strutturali 2021-2027, i finanziamenti “classici” europei e statali (Cassa depositi e prestiti, mutui Bei, etc), i fondi regionali.

«I pacchetti di investimenti definiti – argomenta Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana – per circa 700 milioni in tutto, da realizzare nei prossimi 4/5 anni e molti dei quali cantierabili rapidamente, riguardano il settore idrico (invasi, interconnessioni, serbatoi, desalinizzatori, impianti per il riciclo delle acque, opere per gestire i cambiamenti climatici), ma anche la gestione dei rifiuti (impianti di digestione anaerobica, piattaforme per il riciclo, compostaggio, recupero di materia) in una logica di economia circolare. Settori centrali nelle raccomandazioni della Ue per spendere bene le risorse di Next Generation Ue, e dei fondi strutturali. Due accordi che collocano le utility toscane al centro delle politiche di sviluppo e di contrasto alla crisi post Covid-19».

Ma il ventaglio delle possibilità è ancora più ampio, anche senza scomodare la proposta da 10 miliardi di euro in 5-7 anni avanzata da Cispel (per quanto riguarda tutti i servizi pubblici locali) in vista della prossima legislatura regionale: il protocollo Misure in materia di economia circolare per la gestione dei rifiuti e sostegno in ordine alle criticità derivanti dall’emergenza Covid-19 individua un ventaglio di interventi strategici di carattere impiantistico, su proposta dei gestori, che porta la stima complessiva degli interventi a circa 467 milioni di euro.

«Questo protocollo – aggiunge Alessia Scappini, coordinatrice Ambiente Confservizi Cispel e ad di Alia – dà un incentivo di circa 500 milioni di euro al settore dei rifiuti. Sono circa 60 i progetti presentati dalle aziende del settore, che spaziano dalle tecnologie più complesse sull’impiantistica a quelle più semplici a sostegno delle raccolte differenziate. Ci sono aziende che si stanno impegnando nella realizzazione della produzione di biometano dai rifiuti organici, con un’impronta non soltanto sostenibile perché si produce biometano e compost da una frazione, delle nostre raccolte differenziate, che è poverissima, ma anche con un’attenzione particolare all’ambiente ed alla qualità dell’aria; il biometano ci permette, infatti, di alimentare le flotte di mezzi di trasporto e di servizio che ogni giorno attraversano le nostre città. Tra le iniziative presentate ci sono anche le tecnologie volte alla transizione verso l’economia circolare: piattaforme ed impianti per il recupero di materie dai rifiuti, risorse che possono andare a sostituire quello che è l’input produttivo proprio a livello regionale, senza depauperare le risorse dell’ambiente (piattaforme per il riciclo di carta e cartone, per gli imballaggi, per i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, ma anche per il recupero di rifiuti speciali che sono piuttosto difficili da realizzare). Le risorse del Recovery fund rappresenteranno una risposta importante per una ripresa economia ambientalmente sostenibile, agevolando la realizzazione dei progetti toscani, di cui 20 milioni sono già cantierabili nel 2020 ed oltre 250/280 milioni entro il 2022».

Per quanto riguarda invece il protocollo Misure urgenti a sostegno del servizio idrico integrato in ordine alle principali criticità derivanti dall’emergenza dovuta all’epidemia Covid 19, complessivamente sono stati individuati su proposta dei soggetti gestori, validati dall’Autorità idrica toscana, 38 interventi strategici per un totale di 868 milioni, che hanno carattere prioritario, nei segmenti industriali relativi all’acquedotto, alla depurazione, ai fanghi da depurazione e al riciclo delle acque.

«Abbiamo pronto un elenco di interventi strategici per acquedotto, fognatura e depurazione – dettaglia il direttore di Ait, Alessandro Mazzei – Sono interventi risolutivi per l’approvvigionamento idrico di tutta la Toscana, o progetti che sono attesi da tempo come lo spostamento del depuratore di Rivellino a Livorno. Noi contiamo su questo protocollo d’intesa. Esso è importante perché vede l’impegno diretto della Regione Toscana con la sua futura programmazione dei fondi strutturali europei, attraverso i Por. Ma non basta perché in questa fase dobbiamo essere pronti a cogliere tutte le opportunità di risorse e contributi a fondo perduto (nazionali ed europee) per non far gravare questi interventi sulle tariffe dei cittadini».

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