«L’inceneritore è ripartito» «Sì, ma a nostra insaputa…»

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«L’inceneritore è ripartito» «Sì, ma a nostra insaputa…»

Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

«L’inceneritore è ripartito»

«Sì, ma a nostra insaputa…»

SCARLINO «Siamo ripartiti, ma a nostra insaputa»: la battuta dal retrogusto amaro arriva da Scarlino Energia, per smentire le voci in circolazione sull’avvenuta ripartenza dell’impianto di incenerimento dei rifiuti. In alcuni gruppi Facebook nati per dire no all’inceneritore da alcuni giorni giravano infatti fotografie che mostravano il comparto chimico. Foto di ciminiere fumanti e impianti accesi che avrebbero dovuto dimostrare la ripartenza dell’inceneritore. L’impianto è però fermo ormai da tempo e nulla è stato riacceso nell’ultima settimana. La bufala si è guadagnata un post ironico da parte dell’azienda: «Potremmo agire per vie legali o rispondere nel merito – fa sapere l’amministrazione – ma preferiamo prenderla sul ridere».La questione non è partita però come una boutade: da giorni sui social giravano fotografie di camini fumanti, ripresi da diverse angolature, seguiti da commenti di varia natura. Tutto questo, spiega Scarlino Energia, non solo nel gruppo “diciamo no all’inceneritore di Scarlino” ma anche su diverse altre pagine, community e profili social. Insomma la questione è diventata virale. L’azienda, sfruttando lo scherzo, vuole però porre l’attenzione su due questioni: «Ma com’è possibile che dopo vent’anni di battaglie legali, anche in sede penale, ben cinque ricorsi in via amministrativa, ben due inchieste pubbliche, una class action, centinaia di osservazioni tecniche ai nostri progetti, non sappiamo più quanti consigli comunali aperti, svariati incarichi a consulenti di parte, ancora oggi non si sappia quali sono i nostri camini?». E ancora: «Com’è possibile che la classe politica, locale e non solo, dia ancora credito a queste persone e faccia a gara ad assecondarne gli umori? Le domande sono retoriche – conclude l’azienda – Quello che dovrebbe preoccupare sono le risposte». Domande retoriche ma che non mancheranno di sollevare polemiche: perché la classe politica – di Scarlino e di Follonica, di sinistra o di destra – ha sempre assicurato la propria piena autonomia nel dire no all’inceneritore. –G.S.

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