Sei Toscana – Iren Lo stato di agitazione “agita” i sindacati

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Sei Toscana – Iren Lo stato di agitazione “agita” i sindacati

Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Sei Toscana – Iren

Lo stato di agitazione “agita” i sindacati

GROSSETO L’ingresso di Iren al timone di Sei Toscana e gli accordi che dovranno essere raggiunti tra lavoratori e nuova proprietà aprono un fronte di scontro fra sindacati. «In tutta onestà – dicono Salvatore Gallotta, segretario della Fp Cgil, e Massimo Tanganelli, coordinatore di area vasta di Cgil ambiente – troviamo scorretta, fuorviante e non veritiera l’accusa mossa dalla Fit Cisl alla Rsu di Sei Toscana di aver provocato da parte dell’azienda la sospensione dell’accordo su alcuni istituti contrattuali, in seguito alla proclamazione dello stato di agitazione. Tra l’altro i rappresentanti Cisl della Rsu, poco più di un mese fa, hanno votato all’unanimità per lo stato di mobilitazione. Il che la dice lunga sulla coerenza dei loro comportamenti». La Cgil tiene a chiarire innanzitutto che «lo stato di agitazione proclamato unitariamente non ha bloccato nessuna trattativa di secondo livello, dal momento che di comune accordo con la dirigenza uscente avevamo deciso di aspettare l’insediamento dei nuovi vertici. Lo stato di agitazione, peraltro, è stato a sua volta sospeso fino all’insediamento del nuovo Cda. Ma era stato motivato da una preoccupazione precisa: dal maggio scorso Sei Toscana ha ulteriormente esternalizzato oltre il 23% (la percentuale massima prevista dal bando) delle proprie attività a soggetti industriali che non applicano il contratto collettivo nazionale di comparto, ma ad altri soggetti che riconoscono minori retribuzioni e tutele giuridiche. La stessa Iren, pur essendo un soggetto industriale solido e affidabile, ha esternalizzato molti dei propri servizi. Per noi della Cgil questo tipo di scelte non è accettabile e siamo preoccupati. Perché quelli dell’igiene ambientale sono servizi considerati “essenziali” dalla legge e riteniamo che vadano svolti dal personale dipendente dell’azienda concessionaria del ciclo integrato dei rifiuti. E non con la logica del subappalto, tesa al risparmio sui costi di gestione. Tutto questo riguarda anche i cittadini utenti, che rischiano di non ricevere un servizio adeguato perché magari il personale è insufficiente (o non tutelato dal contratto di settore), o perché mancano mezzi o passaggi frequenti per lo svuotamento dei contenitori. In definitiva – chiudono Gallotta e Tanganelli – sullo stato di agitazione rimaniamo fedeli all’impostazione concordata coi lavoratori. La qual cosa non ci impedirà di iniziare con spirito propositivo il rapporto con il nuovo management designato dal nuovo socio di maggioranza di Sei Toscana».

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