Monciatti (presidente del Comitato) invita alla compattezza «Una coesione che vada al di là degli schieramenti politici»

I nodi vengono al pettine
12 Gennaio 2020
Inceneritore, polemica infinita Chiesta nuova autorizzazione
11 Gennaio 2020
Mostra tutti gli articoli

Monciatti (presidente del Comitato) invita alla compattezza «Una coesione che vada al di là degli schieramenti politici»

Il Tirreno
Il fronte del No contro l’inceneritore «Lo spettro continua Serve stare uniti»
Giulia Sili
SCARLINO. Lo scorso 20 dicembre Scarlino Energia, la società presieduta da Moreno Periccioli, ha
depositato in Regione Toscana un progetto di ‘Revamping’ dell’39;attuale inceneritore, ovvero di
ammodernamento, che prevede il rifacimento di un forno e l'aggiunta di un impianto di trattamento liquidi
organici a valle di quello esistente. La novità ha suscitato molte reazioni sia tra i politici che da anni si
battono per la chiusura dell’inceneritore scarlinese sia tra le associazioni ambientaliste contrarie all’impianto.
«I cittadini e le amministrazioni di Follonica e Scarlino che pensavano di aver allontanato definitivamente lo
spettro di un grande impianto di incenerimento oggi hanno avuto un brusco risveglio», dice Mario Monciatti,
presidente del Comitato per il No all’inceneritore di Scarlino. «I cittadini e gli amministratori della piana
devono nuovamente prendere atto che c’è chi continua a vedere la loro terra, già segnata da cinquant’anni di
intensa attività chimica, martoriata da un grave inquinamento di superficie, delle falde e del mare – continua
Monciatti – e da una situazione sanitaria che desta più di una preoccupazione, come luogo perfetto per lo
smaltimento dei rifiuti». Per il Comitato per il No la Piana di Scarlino «viene chiaramente ancora intesa come
un territorio compromesso e i suoi abitanti sacrificabili, al servizio ‘altrui’» così da «liberare dagli inceneritori
territori più ricchi di finanza e voti». Il Comitato sottolinea poi come siano state dimenticate le bonifiche
obbligatorie e mai realizzate, «e della salute della popolazione, mai compiutamente studiata e monitorata, in
più sentenze definita ‘preoccupante’ e sulla quale non è mai stato attendibilmente valutato l’impatto
dell’eventuale attività di incenerimento».Per Monciatti invece di puntare al riammodernamento di un impianto
definito «insalubre» sarebbe necessario «cercare di ridurre le profonde ferite ambientali del territorio, curare
la popolazione, studiarne la condizione sanitaria e preservarne la salute futura». E in riferimento al "no"
pronunciato sia dalla sindaca di Scarlino Francesca Travison e dai candidati sindaco Andrea Benini e
Massimo Di Giacinto, Monciati dice: «Una preziosa unitarietà d’intenti che va ben al di là degli schieramenti
partitici, che parla di osservanza della legge, amore e rispetto per la propria terra». Anche Di Giacinto ha
voluto esprimere il suo dissenso alle richieste fatte da Scarlino Energia: «Con questa richiesta si tenta di
aggirare la sentenza del Consiglio di Stato del 21 gennaio 2019 con la quale sembrava definitivamente
chiusa la questione – dice il candidato del centrodestra – Di più: oltre all’incenerimento dei rifiuti si chiede,
oggi, anche la possibilità di costruire un impianto di trattamento rifiuti liquidi con alto carico organico. È
evidente, come riconosciuto anche dalla stessa Regione Toscana, che il progetto ricade nel territorio del
Comune di Scarlino e interessa a livello di impatti anche il Comune di Follonica». Di Giacinto si chiede come
sia possibile non tenere conto di quanto scritto dal Consiglio di Stato: «Sono convinto che, dal punto di vista
sanitario, sia indispensabile fare subito la fotografia dell’attuale situazione per evitare aggravamenti. Da
sempre – conclude – ho espresso la decisa contrarietà a questo impianto perché dannoso all’idea di sviluppo
che ho, ribadendo che la piana di Scarlino non deve in nessun modo diventare il sito di smaltimento rifiuti di
mezza Italia».

Chiamaci
Raggiungici