Multiutility Toscana, il primo passo

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Multiutility Toscana, il primo passo

Corriere Fiorentino
Multiutility Toscana, il primo passo
Ora il voto in 66 Consigli comunali
Acqua, Consiag, Publiservizi e Alia approvano l’atto di fusione. Obiettivo quotarsi in Borsa nel 2023
Silvia Ognibene
«Un momento storico» lo ha definito il presidente della Regione Eugenio Giani. Si tratta del primo passo per
la creazione della Multiutility Toscana, questo il nome provvisorio scelto per la nuova holding dei servizi
pubblici locali — ambiente, energia e acqua — partecipata da 66 Comuni tra i territori dell’Empolese
Valdelsa e le province di Firenze, Prato e Pistoia. Primo passo che viene mosso con grande ritardo, almeno
15 anni, rispetto a quanto accaduto nelle altre regioni del Centro Nord e lungo un sentiero che presenta
almeno tre grossi ostacoli. Il primo riguarda il tempo che servirà a quasi 70 Consigli comunali per dare il
disco verde all’operazione; il secondo è come liquidare soci non proprio entusiasti come Acea (che ha il 40%
di Publiacqua); il terzo è capire se aderiranno o meno i sindaci di Siena e Arezzo, di colore diverso rispetto al
gruppo dei promotori, Firenze, Prato e Empoli. Dalla decisione di Alessandro Ghinelli e Luigi De Mossi,
entrambi del centrodestra, dipenderà se Estra potrà essere consolidata, portando dentro il perimetro del
nuovo soggetto un player da un miliardo di ricavi. Sul punto Alberto Irace, Ad di Alia e incaricato dai soci di
coordinare il progetto per la Multiutility Toscana, ha detto che «sono stati fatti passi in avanti e si sta
ragionando su un’operazione di concambio». Ma i due Comuni non hanno ancora deliberato. Senza la
gestione dell’energia — stante che Toscana Energia, al di là dei conferimenti formali, difficilmente sarà della
partita perché controllata da Italgas — il nuovo soggetto resterebbe monco. Con la conseguenza di poter
risultare poco appetibile per gli investitori privati ai quali si andranno a chiedere risorse per sostenere il piano
industriale. La nascita della Multiutility Toscana — che si prevede possa creare circa 2 mila posti di lavoro —
dovrebbe avvenire in due step, con altrettanti aumenti di capitale. I Cda di Acqua Toscana, Consiag,
Publiservizi e Alia Servizi Ambientali hanno approvato l’atto di fusione che avvia formalmente il percorso per
la costituzione della Multiutility: la struttura post fusione, con quote destinate ai Comuni di Firenze (37,1%),
Prato (18,2%), Pistoia (5,4%) Empoli (3.4%) e altri (35,9%) sarà sottoposta all’approvazione, entro
settembre, dei Consigli comunali e dell’assemblea della società. Poi si procederà al primo aumento, entro la
fine dell’anno, per accogliere il conferimento delle quote da parte delle altre utilities interessate. Come Estra,
appunto. Entro il 2023 si dovrebbe procedere al secondo aumento attraverso la quotazione in Borsa per
creare una public company con almeno il 51% in mano pubblica (non cedibile a privati per statuto) e il 49%
finanziato dal mercato azionario.
Già il primo step porterà alla nascita di un soggetto che garantisce 700 milioni di ricavi (dati 2021) con un
Ebidta di 171 milioni, investimenti per 171 milioni e un patrimonio netto di 467 milioni. Ma per fare il salto
dimensionale è necessaria l’adesione di chi è ancora alla finestra: per questo è stato più volte ribadito che
quello presentato è un «progetto aperto» a nuovi ingressi. Gli obiettivi generali sono il miglioramento dei
servizi, il contenimento delle bollette, il raddoppio dei dividendi per i Comuni soci e della capacità
d’investimento fino ad 1,5 miliardi. Chiarissimo il sindaco di Firenze, Dario Nardella: «A noi servono i
dividendi, i nostri bilanci ne hanno bisogno in questo momento più che mai per finanziare i servizi ai
cittadini». Vedremo se al termine del lungo percorso avviato ieri davvero nascerà un soggetto capace di
confrontarsi con realtà come Iren, A2A, Hera e remunerare adeguatamente i propri soci.

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