Pnrr, Cib: «Necessario riconoscere il ruolo strategico del biometano in agricoltura»

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Pnrr, Cib: «Necessario riconoscere il ruolo strategico del biometano in agricoltura»

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Pnrr, Cib: «Necessario riconoscere il ruolo strategico del biometano in agricoltura»

Gattoni: dal biometano una spinta decisiva verso processi di economia circolare nelle imprese agricole

Durante l’audizione alla Commissione ambiente della Camera, il presidente del CIB – Consorzio Italiano Biogas, Piero Gattoni, in audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera, ha detto che per valorizzare il ruolo dell’agricoltura italiana e stimolarne la transizione agroecologica bisogna impegnare una parte delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)  per «Non disperdere gli investimenti agricoli già effettuati, semplificare i percorsi esistenti, favorire l’impiego del biometano ampliando la possibilità d’uso a tutti i settori di difficile elettrificazione».

Il CIB sottolinea che «Per il nostro Paese, le risorse del PNRR rappresentano una grande opportunità per un cambio di paradigma produttivo delle imprese agricole nel segno della sostenibilità. Si può migliorare la competitività del settore primario ed abbattere le emissioni, rispondendo con misure strutturali alle problematiche connesse alla corretta gestione degli effluenti zootecnici, migliorando al contempo la fertilità dei suoli».

Gattoni ha spiegato ai deputati che «La riconversione degli impianti biogas esistenti ha un potenziale produttivo di biometano pari a circa 3,5 miliardi di Smc e potrà stimolare investimenti privati per circa 5 miliardi di euro, favorendo entrate fiscali per circa 1 miliardo di euro. Lo sviluppo del biometano agricolo può contare anche su un impatto positivo  in termini occupazionali con un incremento di nuovi posti di lavoro stabili di circa 16.000 occupati, ai quali si deve aggiungere un incremento di quelli indiretti, pari a circa 70-80 mila occupati. Per il settore agricolo la possibilità di usufruire di risorse aggiuntive per sviluppare appieno il potenziale offerto dal biometano permetterà di rafforzare la multifunzionalità delle aziende, di evitare fenomeni di abbandono delle zone rurali e contribuire attivamente al contrasto al fenomeno di desertificazione dei suoli e di dissesto idrogeologico. La spinta verso l’ammodernamento del parco macchine aziendale, verso lavorazioni e tecnologie innovative consentirà di ottenere produzioni agroalimentari sempre più sostenibili, favorendo la competitività delle nostre imprese e del Made in Italy. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può rappresentare dunque un’importante opportunità per indirizzare gli investimenti in progetti immediatamente cantierabili nella filiera agricola e agroindustriale italiana».

Per dimostrarlo ha ricordato i risultati del progetto “Farming for Future. 10 azioni per coltivare il futuro” presentato dal CIB  nell’ottobre 20920: «Attraverso il progetto Farming for Future, che prende le mosse dalle nuove direttrici internazionali ed europee che vedono nella digestione anaerobica uno strumento per ridurre le emissioni, è stata proposta una roadmap per stimolare la definizione di un piano di sviluppo agroindustriale di lungo periodo. Dai risultati emerge che, grazie ad azioni e tecnologie prontamente applicabili, si possono ridurre le emissioni dirette da agricoltura del 32% rispetto ai livelli attuali, alle quali vanno aggiunte le emissioni evitate grazie al mancato ricorso ai combustibili fossili. È dunque importante che si prevedano progettualità specifiche nel PNRR volte a stimolare lo sviluppo del biometano agricolo affinché sia dato il giusto rilievo al ruolo fondamentale che l’agricoltura può svolgere nella lotta ai cambiamenti climatici e nel percorso di transizione energetica in atto, riducendo allo stesso tempo l’impronta carbonica dei prodotti alimentari».

Il presidente del CIB ha concluso: «Auspichiamo che il passaggio parlamentare possa rappresentare al Governo la bontà del percorso proposto sul biometano per dare una prospettiva di sviluppo alle nostre imprese agricole ed una spinta decisiva verso processi di economia circolare che ne riducano l’impatto ambientale complessivo».

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