Quagliuolo: il combustibile solido secondario da Plasmix è da considerare

Chicco Testa nominato Presidente della nuova Assoambiente
23 Settembre 2022
Iren Ambiente avvia le procedure
30 Settembre 2022
Mostra tutti gli articoli

Quagliuolo: il combustibile solido secondario da Plasmix è da considerare

Il Sole 24 Ore

Plastica, il riciclo abbatte 800mila tonnellate di CO2 «Potenzialità per l’energia»

Quagliuolo: il combustibile solido secondario da Plasmix è da considerare

Ravazzolo: la sostituzione nei cementifici taglierebbe le emissioni inquinanti

Sara Deganello

Sono 1.475.747 le tonnellate di imballaggi plastici raccolti nel 2021 da Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero di questo materiale, che comprende più di 2.500 imprese della filiera, servendo 7.583 Comuni e 58 milioni di cittadini. L’aumento è stato del 3% rispetto al 2020, per un riciclo complessivo di oltre un milione di tonnellate, di cui 314.964 destinate al recupero energetico e il restante 14,2% ai termovalorizzatori.

Sono numeri certificati dal Rapporto di sostenibilità 2021 presentato ieri da Corepla nel corso del convegno “Il valore del riciclo e del recupero degli imballaggi in plastica per il sistema nazionale”. Risultati che hanno consentito di evitare emissioni per 879mila tonnellate di CO2 equivalente, pari a oltre mille voli Roma-Tokyo. E che hanno permesso il risparmio di 520mila tonnellate di materia prima vergine (come due miliardi di bottiglie di Pet da un litro), nonché di 10.867 GWh di energia primaria (circa il 2,5% della produzione annua in Italia). Benefici economici, ambientali, sociali ai quali si aggiungono i 34.572.733 m3 di imballaggi plastici che hanno evitato la discarica, i 91 GWh di energia elettrica prodotta da recupero e i 183 GWh di energia termica.

Nel computo si devono sommare inoltre i 383 milioni di euro di contributi erogati lo scorso anno ai Comuni italiani o ai loro delegati da Corepla. Forte di un fatturato di 926 milioni di euro, di 740 milioni di ricavi da Cac (Contributo Ambientale Conai) e di 140 milioni di euro di vendite per riciclo.

Il presidente del consorzio Giorgio Quagliuolo ha così commentato: «La nostra filiera ha dato prova di grande resilienza dopo gli anni di difficoltà conseguenti alla pandemia e oggi beneficiamo del grande impegno profuso da tutti i soggetti coinvolti nella nostra attività, partendo dai cittadini, fino ad arrivare agli enti locali, la cui sensibilità e il cui contributo crescono di anno in anno».

Il valore e i benefici del recupero degli imballaggi in plastica partono dalla raccolta differenziata, che in Italia ha toccato nel 2021 quota 1,5 milioni di tonnellate, con una media nazionale di 24,9 chilogrammi per abitante. Una corsa costante negli anni. Nel 1998 si attestava a 110mila tonnellate: 1,9 kg per abitante. «Oggi possiamo dire che per quanto riguarda la raccolta differenziata l’Italia non è più un Paese a due velocità: la Sicilia è di poco sotto la media nazionale, mentre solo qualche anno fa era ferma a 4 kg per abitante. La Campania è sopra», ha aggiunto Quagliuolo, che ha indicato anche gli obiettivi per il futuro: 65,9% di avvio al riciclo nel 2026 (ora siamo al 54,8), ben oltre il 55% imposto dall’Unione Europea per il 2025.

Dalla miniera della differenziata, escono 30 frazioni diverse di materiale che Corepla è in grado di recuperare. Tra ciò che resta, il Plasmix rappresenta una quota di rifiuti di imballaggi plastici che non è possibile riciclare. «Il Css potrebbe essere utilizzato in alternativa ai combustibili fossili tradizionali sia nei cementifici che nelle centrali termoelettriche», ha affermato Quagliuolo: «Ma in Italia il tasso di sostituzione calorica complessivo del comparto cementifero non supera il 20,9%, un dato molto lontano dalla media europea del 50 per cento. Senza contare che in altri Paesi, come nella vicina Austria, il tasso di sostituzione supera l’80 per cento». Tra l’altro recenti studi stimano che usando una tonnellata di carbone al posto di una di Css si ottenga un beneficio netto compreso tra 584 e 1.289 kg di emissioni di CO2 evitate. «Sostituendo il Css nei cementifici abbatteremmo 6,8 milioni di tonnellate di CO2», ha osservato Marco Ravazzolo, responsabile Ambiente ed Energia di Confindustria che ha partecipato al convegno. Inoltre l’attuale potenzialità di produzione di Css è di fatto molto superiore alla richiesta italiana.

Nel solo 2021 sono state esportate in altri Paesi dell’Ue per utilizzo in ambito energetico 145mila tonnellate. La stima per la capacità produttiva totale di Css da rifiuti di imballaggi plastici e da altre fonti presenti in Italia supera il milione di tonnellate.

Nel contesto della crisi energetica attuale, con la spinta dei fondi del Pnrr, l’economia circolare è un passaggio obbligato per un Paese povero di materie prime come il nostro, hanno illustrato lo stesso Ravazzolo insieme a Luca Ruini, presidente di Conai, Stefano Laporta, presidente Ispra, Edo Ronchi presidente Fondazione Sviluppo Sostenibile ed Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola partecipando ai lavori di ieri.

«Abbiamo di fronte problemi complessi. La soluzione non è semplice. L’importante è avere una visione», conclude il presidente di Corepla: «Questo chiedo al governo. Di avere un quadro normativo che ci traghetti nel nuovo mondo».

Chiamaci
Raggiungici