Rifiuti, approvato il corrispettivo 2020 Rincari in vista

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Rifiuti, approvato il corrispettivo 2020 Rincari in vista

Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

L’assemblea dell’Ato rifiuti Toscana sud, formata dai 104 sindaci delle tre province di Grosseto, Siena e
Arezzo e dai colleghi della Val di Cornia (Livorno), ha approvato ieri a larga maggioranza il corrispettivo –
come da contratto – che i Comuni devono pagare a Sei Toscana per il servizio di ritiro e trattamento dei rifiuti
e pulizia delle strade per l’anno 2020. Il voto è arrivato dopo la tumultuosa seduta del 27 agosto, sospesa
per la protesta di alcuni sindaci – Settimio Bianciardi di Capalbio in testa – sia per i rincari, sia per le modalità
di riunione (via web, senza la possibilità di interloquire con l’Ato), e dopo la seconda seduta, il 7 settembre,
quando sono state approvate solo cinque delle sette delibere all’ordine del giorno. Stavolta i lavori si sono
conclusi, con una partecipazione all’assemblea molto alta rispetto agli standard. Erano una settantina i
sindaci presenti, rispetto alla media di poco più di cinquanta, che è sul filo del numero legale. Per la sola
provincia di Grosseto il corrispettivo ammonta quest’anno a 46 milioni e 371.003 euro, sulla base dei quali i
Comuni devono poi calcolare la Tari da far pagare ai cittadini. Un’approvazione molto attesa da quei municipi
che quest’anno si vedono presentare un conto meno salato. Nel 2019, infatti, il servizio è costato circa un
milione di euro in più, vale a dire 47 milioni 330.198 euro, 959.195 euro in più rispetto a quest’anno. In
provincia di Grosseto metà comuni si attendono dei ribassi. Tra questi, quelli che risparmieranno di più sono
Castiglione della Pescaia (-23,4%), Castell’Azzara (-23%), Sorano (-15,2%), Pitigliano (-13,5%), Montieri (-
11,3%), solo per citare quelli i cui ribassi sono a due cifre. L’altra metà, invece, avrà dei rincari. I rialzi
maggiori, sulla base del corrispettivo, li avranno Cinigiano (+14,5%), Massa Marittima (+11,8%), Gavorrano
(+8,5%) e Capalbio (+7,2%). Ma anche per i comuni che potranno tagliare la Tari ai propri cittadini c’è
comunque il rovescio della medaglia. Le tariffe della Tari, infatti, potranno essere calcolate solo dopo un
ulteriore passaggio, che verrà deliberato in una nuova assemblea, convocata per il 25 settembre.
Quest’anno, infatti, è cambiato il metodo di calcolo di alcuni parametri relativi al servizio, che incideranno sul
costo finale. Da qui al 25 settembre si dovrà perciò rivedere le cifre relative ai nuovi calcoli e rettificare. E la
rettifica costerà, a grandi linee, diversi milioni di euro in più. Il cambiamento è stato deciso dall’Arera,
l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, introdotto dal 1° gennaio. Le due principali novità che
peseranno sulle tasche dei cittadini porteranno a un esborso di circa 5 milioni di euro in più (sul totale del
corrispettivo delle tre province) rispetto a quanto si sarebbe speso finora. La prima novità riguarda i proventi
derivati dalla vendita delle materie prime seconde ricavate dalla raccolta differenziata. Finora plastica, carta,
vetro e tutto quello che veniva venduto ai consorzi, frutto della raccolta differenziata, veniva incassato al
cento per cento dai Comuni. Con il metodo Arera è previsto, invece, che almeno il 20% venga girato al
gestore, cioè a Sei Toscana. Solo questa è una partita di circa 3 milioni sull’intero Ato.La seconda novità è
l’eliminazione del tetto all’11% dei costi operativi, che fino all’;anno scorso l’Ato imponeva al gestore. Il
metodo Arera toglie questo tetto, il che potrebbe costare circa 2 milioni di euro. Di contro, tuttavia, va detto
che il metodo Arera introduce dei calmieri per i Comuni che hanno incrementi particolari di costi. Ad ogni
modo occorrerà aspettare fino al 25 settembre per avere l’importo esatto di quanto si pagherà.

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