Rifiuti, la corsa dei 5 maxi biogassificatori

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Rifiuti, la corsa dei 5 maxi biogassificatori

Il Tirreno, Economia 

Le spa pubbliche si alleano coi privati per dare l’assalto al business dell’economia circolare con 1,5 miliardi di investimenti

Rifiuti, la corsa dei 5 maxi biogassificatori

Mario Neri, FIRENZE. Forse Monia Monni non avrà messo d’accordo il Pd, ma l’assessore regionale all’ambiente ha convinto il mercato a seguirla. Sì perché ieri è davvero finita l’era degli inceneritori. Nel giorno della scadenza dei termini del bando con cui la Regione chiedeva alle spa pubbliche e ai privati di avanzare progetti per la costruzione di nuovi impianti di gestione e trattamento dei rifiuti in Toscana, nessuno s’è fatto avanti immaginando di tirar su un nuovo termovalorizzatore. Il piano immaginato dall’assessora, per ora, va verso l’economia circolare. Non una cosa da poco, dato che appena tre settimane fa, con un voto in consiglio regionale, i dem avevano lasciato ancora la porta aperta alla vecchia tecnologia. Il business della spazzatura ha già compiuto il salto di qualità che la politica fatica a fare. Basta guardare i numeri. Sono almeno cinque le maxi eco-factory proposte dalle aziende pubbliche in alleanza con i privati in regione. Cinque grandi progetti a cui aggiungere decine di piccoli impianti che le spa pubbliche vorrebbero realizzare insieme alle multinazionali con un investimento di oltre 1,5 miliardi di euro. Una rete capace di garantire lo smaltimento di più del doppio della produzione toscana di residuo secco dell’indifferenziata, oggi intorno alle 450mila tonnellate, e raggiungere l’80% di indifferenziata e il 65% del riciclo in linea con gli obiettivi Ue. E pure di assicurare alle aziende partecipate dai Comuni un ritorno economico enorme attraverso la vendita di metanolo, etanolo e idrogeno prodotti dalle tecnologie di questi impianti. Dunque, la promessa (per ora, una promessa) di un contenimento delle tariffe. Tutto con il sostegno di alcune delle multinazionali leader nel settore, quasi tutte francesi, come Suez, Maire Tecnomont, Enginplast.Ma andiamo con ordine. A fare la parte del leone nella presentazione delle richieste che la Regione vaglierà per l’assegnazione dei finanziamenti comunitari del Fondo sociale europeo è Alia. La spa del centro della Toscana ha stretto un’alleanza con Suez e Maire Tecnimont e vorrebbe costruire tre poli del riciclo con altrettanti maxi biogassificatori: uno a Empoli che tratti gli scarti della raccolta differenziata e dei rifiuti solidi urbani, con una capacità da 192mila tonnellate all’anno e un costo stimato da 365 milioni; a Rosignano 440 milioni si vorrebbero investire per un impianto di riciclo chimico; un biogassificatore anche a Pontedera, vicino alla Revet, da 256mila tonnellate all’anno e 385 milioni di investimento. Anche se per ora non sembra aver incontrato il favore del Comune. «Ci hanno accennato di questa volontà, ma non abbiamo visto nessun progetto, lo vaglieremo», dice il sindaco Matteo Franconi. Due le location proposte da RetiAmbiente, la spa che riunisce tutte le aziende della costa: uno nell’area Cermec di Massa, una eco-factory che tratti 78mila tonnellate annue di Css e plasmix e le trasformi in metanolo, etanolo e idrogeno, un gassificatore green che dovrebbe affiancarsi a un biodigestore anaeroobico per il trattamento dell’organico; poi, un “vetrificatore” a Peccioli, nell’area della discarica di Legoli. Una proposta che sta generando una “guerra” fra spa pubbliche. Eni fa sapere di aver proposto alla Regione alcuni progetti per la produzione di biocombustibili a Livorno, ma «sulla conversione della bioraffineria nessuna decisione è definita». Niente grandi progetti nel Sud della Toscana. Iren, spiega l’ad Alfredo Rosini, ha proposto un impianto per riciclare schede di telefonini e computer a Terranuova Bracciolini, la riconversione del Polo delle Cortine a Siena in un polo che tratti 30 tonnellate di multimateriale, indifferenziata, carta e l’organico (costo: 30 milioni). E 30 milioni serviranno per il digestore di Grosseto, alle Strillaie.

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