Sei Toscana, deliberato all’unanimità un aumento di capitale da 31 milioni di euro

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Sei Toscana, deliberato all’unanimità un aumento di capitale da 31 milioni di euro

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Sei Toscana, deliberato all’unanimità un aumento di capitale da 31 milioni di euro

Fabbrini: «Ringrazio tutti i soci che hanno confermato la volontà di investire nella crescita della società»

Il gestore unico dei servizi d’igiene urbana nei 104 Comuni dell’Ato sud, Sei Toscana, si è riunito ieri in assemblea dei soci dove è stato deliberato all’unanimità un aumento di capitale da 31 milioni di euro, portando così il capitale sociale a quota 75 mln di euro.

«Ringrazio tutti i soci che hanno confermato la volontà di investire nella crescita della società – dice il presidente di Sei Toscana, Alessandro Fabbrini – Dopo le unanimi approvazioni del nuovo piano industriale e dell’aumento di capitale, possiamo guardare al futuro con ottimismo e immaginare per gli anni a venire una nuova fase di fiducia, consolidamento e crescita per l’azienda. Il nostro obiettivo è di dare risposte concrete, grazie alla messa a terra del piano industriale, coniugando la nuova forte dimensione industriale della società con il dialogo e l’ascolto costante dei territori».

Un obiettivo la cui messa a terra passa appunto dalla realizzazione del nuovo Piano industriale, elaborato dopo l’ingresso in Sei Toscana della multiutility Iren – tramite l’acquisizione di Unieco ambiente, che a sua volta controllava un importante socio industriale di Sei Toscana, Sta spa – che ha dato un nuovo impulso al corso societario.

Non a caso nell’ultimo anno l’Ato sud ha conseguito una crescita nella raccolta differenziata doppia rispetto agli altri due Ato presenti in Toscana, iniziando a colmare il divario che ancora lo separa dalla media regionale. Con il piano industriale da 150 milioni d’investimenti in un quinquennio, Sei Toscana punta adesso ad incrementare contestualmente sia i quantitativi di rifiuti raccolti in modo differenziato (con un target al 72% nel 2026, rispetto 46,45% registrato nel 2019) sia la loro qualità per favorirne l’avvio a riciclo, semplificando al contempo i vari modelli di raccolta adottati su un territorio ampio quanto eterogeneo.

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