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Stop Imu-Tari, il nodo calendario

Il Sole 24 Ore

Sospensione delle sanzioni lasciata ai Comuni, ai settori in crisi servono tempi lunghi
La sospensione di sanzioni e interessi per chi pagherà in ritardo Imu, Tari e gli altri tributi locali può rivelarsi il
modo migliore per togliere un problema ai contribuenti più in difficoltà limitando i danni per le casse
pubbliche. Per raggiungere l’obiettivo, però, la prospettiva su cui si sta orientando il governo per questa
replica locale degli stop fiscali ha bisogno di evitare due rischi: il caos delle decisioni sul territorio, perché la
decisione se sfruttare o meno l’opzione che sarà offerta dal decreto Aprile spetterà agli enti, e un tempo
supplementare troppo breve per i settori più in crisi.
Molto dipenderà dalla traduzione tecnica dell’idea emersa venerdì. A partire dal calendario della moratoria.
Le prime ipotesi parlano di uno stop fino al 30 luglio (Sole 24 Ore di ieri), ma sarà compito di Mef e
Ragioneria generale definire puntualmente la questione perché un mese e mezzo in più (nel caso dell’Imu,
che scade il 16 giugno) non è certo risolutivo per i settori alle prese con una crisi strutturale. Basta pensare
ad alberghi, ristoranti e bar, per fare solo un esempio.
Una strada per differenziare il trattamento per le (tante) categorie più colpite dal blocco dell’economia c’è. La
indica l’articolo 61 del decreto Marzo, che elenca in 16 punti le tipologie di contribuenti interessati dalle prime
sospensioni delle tasse statali. La lista è lunga, e spazia dalle fiere ai ristoranti, dallo sport ai trasporti, ma va
ovviamente aggiustata per tener conto di come agiscono i tributi locali. Perché il titolare di un bar, per
esempio, avrà difficoltà a pagare anche la Tari di casa, o l’Imu sull’eventuale immobile diverso
dall’abitazione principale. L’alternativa è lasciare mano libera ai Comuni, che potrebbero decidere
sospensioni mirate per andare incontro ai contribuenti più bisognosi di tutela senza infierire su casse locali
già molto in difficoltà. Ma la conseguenza inevitabile sarebbe un puzzle sterminato di variabili da ente a ente.
Non proprio quel che serve in questa fase. Senza contare che le amministrazioni locali non potrebbero
decidere autonomamente sospensioni più lunghe rispetto alla data che sarà indicata dal decreto legge.
Perché anche in tempi straordinari valgono le regole ordinarie, e uno stop alla riscossione senza una
copertura normativa porta dritti al rischio di essere accusati di danno erariale.

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