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La Nazione

Inizia bene la missione. Il ministro Sergio Costa: «Questa task force può essere un modello di intervento anche per altre emergenze»

PIOMBINO Recuperate le prime due ecoballe: i palombari del Gos Comsubin hanno fatto centro insieme a tutta la task force che è impegnata nella missione nel golfo di Follonica. Un risultato importante perché sono state impiegate le modalità studiate dal tavolo tecnico coordinato dall’ammiraglio Aurelio Caligiore e il sistema ha funzionato. Non era scontato riuscire a individuare e riportare in superficie senza incidenti le balle di plastica pressata. Il sistema di recupero e ’incappucciamento’ dell’ecoballa, con una rete a maglia fina, ha consentito di evitare dispersione di plastica in mare. E il recupero è arrivato proprio nel giorno in cui il ministro dell’Ambuiente Sergio Costa e il commissario straordinario Angelo Borrelli sono arrivati a Piombino per seguire da vicino le operazioni. «Oggi è una giornata importante per gli equilibri ambientali di queste terre, finalmente abbiamo dato il via alle operazioni di recupero delle 40 ecoballe residuali da 1,2 tonnellate l’una che dal 2015 giacciono sui fondali del golfo di Follonica», ha anche annunciato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ad appena due settimane dalla seduta del Consiglio dei Ministri che ha dichiarato lo stato di emergenza per il risanamento ambientale. «Le chiamano tutti così – spiega – ma di eco non hanno proprio nulla: sono ammassi di rifiuti di plastica abbandonati a mare da una nave cinque anni fa, nel silenzio generale. Oggi finalmente iniziamo a portarle in superficie con la Marina Militare». «Un lavoro che dal primo giorno del mio insediamento – conclude il ministro Costa – abbiamo affrontato, nominando immediatamente un commissario, l’ammiraglio Aurelio Caligiore, che ringrazio: è riuscito, insieme con la Guardia Costiera, a mapparle e identificarle. Lo stato di emergenza e il lavoro della Protezione Civile durerà 6 mesi, e sarà una lotta contro il tempo perché se queste balle piene di plastica dovessero aprirsi andremmo incontro ad un disastro ambientale senza precedenti». Il ministro Costa ha spiegato che l’istituzione della task force rappresenta una vera novità per la protezione civile che solitamente si occupa di intervenire per situazioni di emergenza che riguardano l’uomo come terremoti e inondazioni. Questa volta l’intervento è per proteggere l’ambiente ed è una novità. «Un modello da seguire anche per il futuro – ha detto Costa – a Piombino si inaugura una nuova collaborazione tra forze dello Stato. Una collaborazione positiva che dà risultati. I cittadini e le istituzioni locali ci hanno sollecitato molto in questi mesi per intervenire e risolvere il problema ecoballe. Ci sarà tempo per valutare tutti gli aspetti giuridici, ora è importante tirare fuori i rifiuti dal mare e lo stiamo facendo. E stiamo per approvare anche una lege a difesa del mare che sarà molto importante, E’ già passata alla camera, ora va all’esame del senato e contiamo di averla al più presto per aumentare gli strumenti a difesa dell’ambiente marino che è fondamentale. Oggi vorrei ringraziere tutti coloro che si stanno impegnando per questa missione, è veramente una bella squadra». Il ministro Sergio Costa è poi salito a bordo di nave Caprera per osservare da vicino le due ecoballe recuperate e complimentarsi con gli uomini della Marina Militare. «Rendiamoci conto – ha detto – che questi rifiuti in mare sono un pericolo per tutti, oggi possiamo essere soddisfatti di aver tolto le prime due tonnellate»

Borrelli: «Contiamo di farcela entro settembre»

Il commissario straordinario prevede di portare a termine l’operazione in due mesi. Il sindaco Ferrari: «Il territorio in prima linea»

PIOMBINO Quanto tempo sarà necessario per togliere tutte le ecoballe dal golfo di Follonica? Difficile fare previsioni, dipenderà molto anche dal meteo. Ma il capo della protezione civile e commissario straordinario Angelo Borrelli è moderatamente ottimista. «Lo stato di emergenza e il lavoro della Protezione Civile per il recupero delle ecoballe da 1,2 tonnellate, ammassi di rifiuti di plastica parte di un carico di 56 balle gettato in mare dalla motonave Ivy nel 2015, durerà 6 mesi, ma «contiamo di farcela in agosto e settembre», ha precisato Borrelli. La Marina Militare ha dislocato in zona per l’operazione oltre cento persone e tre unità navali. Il cacciamine Rimini ha la capacità di ricerca e di individuazione delle ecoballe: una volta individuate, entra in azione l’unità di supporto con 19 subacquei e palombari che effettuano l’imbracatura della balla, poi caricata sulla nave Caprera e riportata in porto. «C’è anche una nave di supporto logistico con a bordo una camera iperbarica per i subacquei – ha spiegato l’ammiraglio della Marina Militare Giuseppe Berutti Bergotto – perché l’operazione è delicata e abbastanza complessa, si lavora a delle profondità al limite e bisogna evitare di danneggiare il contenimento dell’ecoballa». Con la camera iperbarica si riesce a fare la decompressione all’asciutto inveve di far rimanere in acqua per circa un’ora i palombari-sommozzatori. Soddisfatti gli enti locali: «È una grandissima soddisfazione – ha affermato il presidente della Regione Enrico Rossi – sapere che questo governo con l’impegno di tutti ha trovato il modo per intervenire rapidamente e con efficienza è un messaggio di fiducia e credibilità delle istituzioni che i cittadini possono raccogliere». Per il sindaco di Piombino Francesco Ferrari «è una giornata che dà soddisfazione a un territorio che ha saputo chiedere aiuto, e nell’ultimo anno ha saputo accendere i riflettori su un problema che per quattro anni era rimasto un pò nascosto. Qualcuno ci ha accusato di usare i media mettendo a repentaglio l’immagine turistica dei nostri territori, ma sono convinto che l’uso dei media ‘cum grano salis’ sia servito anche a risolvere questo problema». E poi Ferrari ha ringraziato tutti i componenti della task force e in particolare gli uomini della Marina, «sono orgoglioso di appartenere a un Paese che sa affrontare e risolvere questi problemi con grande capacità». Ora l’attività della task force prosegue. Per il recupero di ogni ammaso di plastica è necessaria circa un’ora di lavoro da parte dei sub. La principale difficoltà è sempre rappresentata dalle correnti e dalla scarsa visibilità a 45 metri di profondità. L.F.

Un grande lavoro di squadra

Come funziona il centro operativo avanzato

I primi esiti dell’operazione, a 17 giorni dall’ordinanza della Presidenza del Consiglio, sono stati presentati nella sala della protezione civile del porto di Piombino dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa e dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. Hanno partecipato anche il pesidente della Regione Enrico Rossi, l’ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotti della Marina Militare e l’ammiraglio Aurelio Caligiore della Guardia Costiera. Il centro operativo avanzato della missione è costituito dalla sala di coordinamento delle operazioni da dove si tiene stretto contatto con le unità navali della Marina Militare e il Dipertimentio della Pritezione Civile a Roma. E’ un esempio di collaborazione tra Protezione Civile e Marina Militare, ma l’operazione avviene anche con il supporto della Guardia Costiera, enti locali e Autorità di Porto. Un esempio di collaborazione che sta dando buoni frutti con il recupero delle prime ecoballe. Il lavoro della task force andrà avanti per tutto il mese di agosto e settembre. Le operazioni vengono svolte in sicurezza, ma è chiaro che da parte di tutti c’è la volontà di concludere la missione prima dell’arrivo delle burrasche autunnali che renderebbero davvero impossibile operare. L.F.

Il dispositivo navale della Marina Militare

Tre unità con compiti specifici e un gruppo di uomini specializzati

FOLLONICA Nel golfo di Follonica opera la task force della Marina Militare che, coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile, ha dato il via alle operazioni dia ricerca e recupero delle balle di combustibile solido secondario (eco-balle), che 5 anni fa erano cadute in mare dalla motonave Ivy nelle acque prospicienti l’isola di cerboli. Il dispositivo prevede l’intervento di un team di Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (Gos) del Comando Subacquei ed Incursori (Comsubin), di nave Tedeschi, di nave Rimini e nave Caprera del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) e dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Piombino. Le attività fanno leva sulle capacità di scoperta subacquea dei sonar e altre apparecchiature del cacciamine Rimini che consentonodi fornire ai palombari del Gos la precisa posizione di ciascuna eco-balla, al fine di consentirne il recupero attraverso una particolare procedura finalizzata a limitare al massimo la dispersione di materiale. L‘ammiraglio della Marina Militare Giuseppe Berutti Bergotti ha spiegato che la Marina sta «operando come soggetto attuatore; lunedì scorso abbiamo dislocato i primi mezzi in area di operazione e tra venerdì e sabato mattina (ieri, ndr) siamo riusciti a recuperarne già due identificando la posizione di una terza non recuperata a causa delle peggiorate condizioni di visibilità della zona a causa delle correnti e del vento». «La Marina Militare ha dislocato in zona circa 106 persone, 3 unità navali e una di supporto logistico con a bordo una camera iperbarica per il personale subacquei – conclude l’ammiraglio – perché l’operazione è delicata e abbastanza complessa. Si lavora a delle profondità al limite e bisogna fare attenzione anche ad evitare di danneggiare il contenimento dell’ecoballa». L.F.

Lo strano caso delle cose che funzionano

Luca Mantiglioni

Quando le cose si vogliono far funzionare può succedere che funzionino davvero. E addirittura questo può accadere anche se tutto è affidato al settore pubblico. Lo sta dimostrando l’operazione di recupero delle ecoballe che, dopo cinque anni di tira e molla burocratico, si è messa in moto e nel giro di pochi giorni – ieri – ha tirato fuori dal mare i primi due maxi involucri di plastica. E il ministro Sergio Costa, che ieri era arrivato lì proprio per vedere come stavano procedendo le cose, ha detto una cosa giusta: «Ecoballe? Ma queste di eco non hanno proprio nulla. Sono rifiuti». Infatti, signor ministro, anche noi negli ultimi cinque anni di attesa abbiamo avuto la sensazione di avere a che fare soprattutto con tante balle e basta.

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